“Scusa, è vero che voi studentesse siete molestate dai ragazzi? Che vi danno fastidio durante la ricreazione?”
“Si vabbè, ma il nostro problema è che ci hanno sfrattato dalla sede storica e ci mandano in un’altra sede…blablablabla…”
“Ma io voglio sapere un’altra cosa. E’ vero che i ragazzi vi rivolgono insulti sessisti?”
“Cosa???”
“Insulti sessisti. Sai cosa sono? Quando un maschio rivolge epiteti a sfondo sessuale (non richiesto e non gradito) a una ragazza… E’ vero che vi hannno insultate con epiteti sessisti e che vi riprendono con i telefonini cellulari?”
“Si, ma queste sono piccole cose. Ecco voi giornalisti subito a fissarvi su un dettaglio. La questione è che ci hanno spostato dalla sede storica della scuola …blablablabla…”
“Ma non è piccola cosa, è molto grave, sono molestie. Mi stupisce che una ragazza della tua età non si renda conto che riprese video con i cellulari non richieste sono un reato. E se vi rivolgono un certo genere di epiteti, è una molestia. E’ molto più serio questo che essere stati spostati dalla sede della vostra scuola”
“Ah, ma i giornalisti si fissano sempre sui dettagli. E poi sono tutti minorenni quelli che insultano e girano video e quelli che ci lanciano bottiglie contro…”
“Che siano minorenni non rende meno grave il fatto”
“Insomma, per noi il problema è che vogliamo tornare nella sede storica della nostra scuola”
“Va bene, ho capito. Grazie, ti saluto”
No, perchè a volte ci si arrende. Manca proprio la forza. I muri che l’inconsapevolezza riesce a ergere sono davvero impenetrabili. E’ per questo che sui temi della violenza, della parità di genere e dell’educazione sentimentale, è così importante che l’educazione, la sensibilizzazione, la formazione entrino a scuola già dalle elementari.
Perchè altrimenti arrivi al liceo e subisci molestie senza nemmeno accorgertene, definendole “piccole cose”. E poi magari da adulta resti in relazioni prevaricanti e violente ripetendoti “ma in fondo mi ama” o “non è poi così grave”. E nel mondo del lavoro subisci vessazioni, gender pay gap e discriminazioni di genere girandoti dall’altra parte, perchè “tanto è così dovunque, ci sono abituata”.
Cara studentessa di liceo che dici “non è grave”, quando vieni insultata o ripresa con il cellulare da coetanei maschi contro la tua volontà , pensaci, capisco che lasciare “la storica sede della scuola” sia un giusto motivo di protesta.
Ma lottare per il rispetto e non permettere a nessuno di rivolgersi a te con frasi squalificanti, sessiste e denigratorie, è la battaglia più importante che potrai fare nella tua vita. L’unica che davvero conta. E’ una battaglia per il futuro tuo e di tutte le ragazze e le donne.